Mal di montagna: cos'è e come trattarlo?
Estate non vuol dire per forza mare! Sono tante le persone che optano per la montagna e per il trekking ad alta quota, come accade sulle Ande del Perù. Sicuramente in valigia non entreranno costume ed infradito, ma scarponi pesanti e tanta preparazione fisica, ma non bisogna dimenticarsi del famoso "Mal di montagna", che tanto preoccupa turisti alle prime armi e scalatori professionisti. Nell'articolo di oggi vogliamo aiutare tutti i neo-viaggiatori ad affrontare questo problema legato all'altitudine nel migliore dei modi.
Che cos'è il mal di montagna?
In ambito medico si parla di
malattia da altitudine, che comprende un insieme di problematiche che si presentano quando un soggetto si trova ad alta quota, generalmente sopra i 2.000 metri. All’aumentare dell’altitudine, infatti, la percentuale di ossigeno presente nell’aria resta costante ma la pressione atmosferica inizia a diminuire, rendendo l’aria più rarefatta
e l'ossigeno meno disponibile. Quindi più saliamo e più la presenza di ossigeno respirabile diminuisce, provocando i sintomi tipici della malattia. Sono tantissime le città del mondo presenti ad un'altitudine diversa da quella del mare e in cui è possibile manifestare il mal di montagna. Di seguito un'infografica che del
World Economic Forum che riporta le
50 città più alte del mondo:

Il
database dei centri urbani ad alta quota redatto dalla
Commissione Europea, ha stabilito le prime
10 città popolate ad alta quota. Molte di queste città non possono essere considerare nel senso stretto del termine, delle "scalate di montagna", poiché in molti di questi posti si transita o ci si passano le vacanze estive, ma soprattutto si raggiungono comodamente in aereo.

La stragrande maggioranza delle persone può salire fino a
1500-2000 metri
in un solo giorno senza manifestare alcun problema, ma circa il
20% di coloro che salgono a 2500 metri e circa il
40% di coloro che raggiungono i 3000 metri sviluppa una forma di malattia da altitudine alquanto fastidiosa. La velocità con cui si sale e si raggiunge l'elevata altitudine, ma anche l’altitudine alla quale si dorme, sono tutti fattori che influenzano la probabilità di sviluppare una qualsiasi delle forme di malattia da altitudine.
Esistono diverse malattie da altitudine? La risposta è sì, ma solo una è quella che interessa più frequentemente la maggior parte delle persone intente nei percorsi e nelle escursioni ad alta quota, durante un viaggio in Perù oppure in Bolivia.
3 diverse malattie da altitudine:
Mal di montagna acuto (MMA)
Il mal di montagna acuto è la forma più lieve tra le malattie da altitudine ed è anche la più comune. I sintomi della patologia solitamente si manifestano solo a un’altitudine di almeno 2.500 metri, tuttavia, nelle persone molto predisposte può insorgere a quote anche inferiori. I sintomi si manifestano nel giro di circa 6-10 ore dalla salita (o dalla discesa se ci si trova in volo) e spesso comprendono come manifestazione principale la cefalea. Ad affiancare questo sintomo ci sono anche lo stordimento, la perdita dell’appetito, la nausea, il vomito, l'affaticamento generale, la debolezza e l'irritabilità. Molti soggetti colpiti dal mal di montagna descrivono sintomi simili a quelli di una sbornia. Solitamente la durata della sintomatologia è di circa 24-48 ore.
Edema cerebrale da alta quota (ECAQ)
Questa è una patologia molto rara ma potenzialmente fatale, in cui si accumula liquido nel cervello, con conseguente gonfiore, che provoca cefalea, stato confusionale e atassia. Se il disturbo non viene riconosciuto e trattato precocemente, le persone colpite possono entrare in coma. Si tratta, come già ripetuto, di una manifestazione rarissima e che può colpire gli alpinisti di altissima quota. Quindi, se state andando in vacanza in Perù o Bolivia potete stare abbastanza tranquilli!
Edema polmonare da alta quota (EPAQ)
Un discorso molto simile al precedente può essere fatto anche per l’EPAQ, che consiste in un accumulo di liquidi nei polmoni che generalmente si sviluppa 24-96 ore dopo una salita molto rapida a oltre 2.500 metri. L’EPAQ è responsabile della maggior parte dei decessi dovuti alle malattie da altitudine. L’EPAQ è una condizione che può peggiorare rapidamente e determinare insufficienza respiratoria, coma e morte in poche ore.
Ripetiamo che anche questa è una condizione estrema che si verifica in particolari condizioni.
Chi rischia il mal di montagna?
Partiamo dal presupposto che le malattie da altitudine e in particolare il mal di montagna acuto (MMA) sui cui ci stiamo focalizzando, possono manifestarsi senza alcun nesso di causalità con la propria forma fisica o preparazione atletica. Ci sono soggetti anziani che non hanno alcun sintomo e giovani sportivi che possono manifestarli tutti o quasi tutti. Abbiamo comunque sintetizzato alcuni dei fattori che possono suggerire un rischio aumento di manifestare MMA:
- Precedente malattia da altitudine;
- Vivere al livello del mare o ad altitudini molto basse (sotto i 900 metri);
- Ascensioni troppo veloci a quote troppo elevate;
- Sforzo fisico eccessivo;
- Riposo notturno ad altitudini troppo elevate;
Tutti coloro che sono affetti da disturbi come diabete, coronaropatie e forme lievi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), a dispetto di quanto si possa pensare,
non sono a maggiore rischio di malattia da altitudine. Tuttavia, a quote così elevate questi soggetti possono avere difficoltà legate alle rispettive malattie croniche a causa dei bassi livelli di ossigeno (ipossiemia). Anche la
patologia asmatica non dovrebbe avere alcun peggioramento legato all'alta quota.
Come prevenire il mal di montagna?
Il primo accorgimento e, forse anche il più importante, riguarda l'acclimatazione. Si tratta di una serie di procedure con le quali un organismo cerca di adeguarsi il più possibile all’ambiente che lo circonda. Nel caso del mal di montagna è consigliabile avvicinarsi con molta gradualità alle alte quote, effettuando soste piuttosto frequenti tra una salita e quella successiva. Se, ad esempio, si deve raggiungere una città ad alta quota come Cusco (3.399 m) sarà meglio farlo via terra con una salita graduale, piuttosto che attraverso un volo di linea.
Attraverso un corretto acclimatamento il corpo umano potrà adeguarsi man mano alla ridotta concentrazione di ossigeno nell’aria, aumentando, ad esempio, il numero dei globuli rossi e la saturazione dell’emoglobina. Altri accorgimenti utili per prevenire il mal di montagna si rivelano essere:
- evitare di bere alcolici,
- bere almeno 2 litri di acqua al giorno per evitare la disidratazione,
- evitare l’uso di sonniferi e tranquillanti,
- evitare gli sforzi fisici intensi,
- se si raggiunge una di queste città in aereo, è bene riposarsi per qualche giorno prima di intraprendere altre attività impegnative.
E' stato visto che un'alimentazione ricca di carboidrati
(come pane, pasta, riso) può fornire sollievo, perché questi nutrienti vengono
metabolizzati correttamente senza la necessità di ossigeno, a differenza dei grassi, consentendo così il mantenimento di un corretto livello di zuccheri nel sangue (glicemia), indispensabile per mantenere l’attività cerebrale. Durante un soggiorno ad alta quota si sconsigliano le grosse abbuffate, prediligendo invece
pasti piccoli ma frequenti.
Acetazolamide e mal di montagna:

L’acetazolamide è un principio attivo che fa parte della classe degli antipertensivi e che agisce come inibitore dell'enzima anidrasi carbonica. Il principio attivo è indicato nel trattamento del glaucoma, dell'epilessia, ipertensione endocranica idiopatica, ma anche in off-label per il mal di montagna.
I farmaci contenti acetazolamide possono essere assunti a partire dalla notte precedente l’ascensione per ridurre la probabilità di sviluppare una malattia da altitudine. Oltre ad una ipotetica valenza preventiva, l'attivo, se assunta dopo che la malattia si è manifestata, aiuta ad alleviarne anche i sintomi. L’acetazolamide si deve interrompere quando si inizia la discesa o dopo essersi acclimatati per qualche giorno alla massima altitudine. Anche il desametasone (cortisonico) è stato proposto come alternativa all’acetazolamide per ridurre il rischio di mal di montagna acuto e trattarne i sintomi.
Secondo molti revisioni di studi clinici, compresa una meta-analisi condotta nel 2019, non è possibile stabilire chiaramente se il trattamento con acetazolamide riduca i sintomi della malattia acuta di montagna o aumenti il rischio di effetti avversi, perché la certezza delle prove esistenti è stata valutata come molto bassa.
Tutti coloro che hanno manifestato
precedenti episodi di edema polmonare da alta quota
devono fare molta attenzione in queste zone e ai primi sintomi di recidiva devono scendere immediatamente.
Fonti bibliografiche:
-Database dei centri urbani UCDB R2019A, Commissione Europea.
-Infografica, World Economic Forum.
-Info generali, Manuale MSD.