Mal di montagna: cos'è e come trattarlo?

Biagio Flavietti • 6 luglio 2023

Estate non vuol dire per forza mare! Sono tante le persone che optano per la montagna e per il trekking ad alta quota, come accade sulle Ande del Perù. Sicuramente in valigia non entreranno costume ed infradito, ma scarponi pesanti e tanta preparazione fisica, ma non bisogna dimenticarsi del famoso "Mal di montagna", che tanto preoccupa turisti alle prime armi e scalatori professionisti. Nell'articolo di oggi vogliamo aiutare tutti i neo-viaggiatori ad affrontare questo problema legato all'altitudine nel migliore dei modi.

Che cos'è il mal di montagna?

In ambito medico si parla di malattia da altitudine, che comprende un insieme di problematiche che si presentano quando un soggetto si trova ad alta quota, generalmente sopra i 2.000 metri. All’aumentare dell’altitudine, infatti, la percentuale di ossigeno presente nell’aria resta costante ma la pressione atmosferica inizia a diminuire, rendendo l’aria più rarefatta e l'ossigeno meno disponibile. Quindi più saliamo e più la presenza di ossigeno respirabile diminuisce, provocando i sintomi tipici della malattia. Sono tantissime le città del mondo presenti ad un'altitudine diversa da quella del mare e in cui è possibile manifestare il mal di montagna. Di seguito un'infografica che del World Economic Forum che riporta le 50 città più alte del mondo:

Il database dei centri urbani ad alta quota redatto dalla Commissione Europea, ha stabilito le prime 10 città popolate ad alta quota. Molte di queste città non possono essere considerare nel senso stretto del termine, delle "scalate di montagna", poiché in molti di questi posti si transita o ci si passano le vacanze estive, ma soprattutto si raggiungono comodamente in aereo.

La stragrande maggioranza delle persone può salire fino a 1500-2000 metri in un solo giorno senza manifestare alcun problema, ma circa il 20% di coloro che salgono a 2500 metri e circa il 40% di coloro che raggiungono i 3000 metri sviluppa una forma di malattia da altitudine alquanto fastidiosa. La velocità con cui si sale e si raggiunge l'elevata altitudine, ma anche l’altitudine alla quale si dorme, sono tutti fattori che influenzano la probabilità di sviluppare una qualsiasi delle forme di malattia da altitudine. Esistono diverse malattie da altitudine? La risposta è sì, ma solo una è quella che interessa più frequentemente la maggior parte delle persone intente nei percorsi e nelle escursioni ad alta quota, durante un viaggio in Perù oppure in Bolivia.

3 diverse malattie da altitudine:

Mal di montagna acuto (MMA)

Il mal di montagna acuto è la forma più lieve tra le malattie da altitudine ed è anche la più comune. I sintomi della patologia solitamente si manifestano solo a un’altitudine di almeno 2.500 metri, tuttavia, nelle persone molto predisposte può insorgere a quote anche inferiori. I sintomi si manifestano nel giro di circa 6-10 ore dalla salita (o dalla discesa se ci si trova in volo) e spesso comprendono come manifestazione principale la cefalea. Ad affiancare questo sintomo ci sono anche lo stordimento, la perdita dell’appetito, la nausea, il vomito, l'affaticamento generale, la debolezza e l'irritabilità. Molti soggetti colpiti dal mal di montagna descrivono sintomi  simili a quelli di una sbornia. Solitamente la durata della sintomatologia è di circa 24-48 ore.


Edema cerebrale da alta quota (ECAQ)

Questa è una patologia molto rara ma potenzialmente fatale, in cui si accumula liquido nel cervello, con conseguente gonfiore, che provoca cefalea, stato confusionale e atassia. Se il disturbo non viene riconosciuto e trattato precocemente, le persone colpite possono entrare in coma. Si tratta, come già ripetuto, di una manifestazione rarissima e che può colpire gli alpinisti di altissima quota. Quindi, se state andando in vacanza in Perù o Bolivia potete stare abbastanza tranquilli!


Edema polmonare da alta quota (EPAQ)

Un discorso molto simile al precedente può essere fatto anche per l’EPAQ, che consiste in un accumulo di liquidi nei polmoni che generalmente si sviluppa 24-96 ore dopo una salita molto rapida a oltre 2.500 metri. L’EPAQ è responsabile della maggior parte dei decessi dovuti alle malattie da altitudine. L’EPAQ è una condizione che può peggiorare rapidamente e determinare insufficienza respiratoria, coma e morte in poche ore. Ripetiamo che anche questa è una condizione estrema che si verifica in particolari condizioni.

Chi rischia il mal di montagna?

Partiamo dal presupposto che le malattie da altitudine e in particolare il mal di montagna acuto (MMA) sui cui ci stiamo focalizzando, possono manifestarsi senza alcun nesso di causalità con la propria forma fisica o preparazione atletica. Ci sono soggetti anziani che non hanno alcun sintomo e giovani sportivi che possono manifestarli tutti o quasi tutti. Abbiamo comunque sintetizzato alcuni dei fattori che possono suggerire un rischio aumento di manifestare MMA:


  • Precedente malattia da altitudine;
  • Vivere al livello del mare o ad altitudini molto basse (sotto i 900 metri);
  • Ascensioni troppo veloci a quote troppo elevate;
  • Sforzo fisico eccessivo;
  • Riposo notturno ad altitudini troppo elevate;


Tutti coloro che sono affetti da disturbi come diabetecoronaropatie e forme lievi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), a dispetto di quanto si possa pensare, non sono a maggiore rischio di malattia da altitudine. Tuttavia, a quote così elevate questi soggetti possono avere difficoltà legate alle rispettive malattie croniche a causa dei bassi livelli di ossigeno (ipossiemia). Anche la patologia asmatica non dovrebbe avere alcun peggioramento legato all'alta quota.

Come prevenire il mal di montagna?

Il primo accorgimento e, forse anche il più importante, riguarda l'acclimatazione. Si tratta di una serie di procedure con le quali un organismo cerca di adeguarsi il più possibile all’ambiente che lo circonda. Nel caso del mal di montagna è consigliabile avvicinarsi con molta gradualità alle alte quote, effettuando soste piuttosto frequenti tra una salita e quella successiva. Se, ad esempio, si deve raggiungere una città ad alta quota come Cusco (3.399 m) sarà meglio farlo via terra con una salita graduale, piuttosto che attraverso un volo di linea.


Attraverso un corretto acclimatamento il corpo umano potrà adeguarsi man mano alla ridotta concentrazione di ossigeno nell’aria, aumentando, ad esempio, il numero dei globuli rossi e la saturazione dell’emoglobina. Altri accorgimenti utili per prevenire il mal di montagna si rivelano essere:


  • evitare di bere alcolici,
  • bere almeno 2 litri di acqua al giorno per evitare la disidratazione,
  • evitare l’uso di sonniferi e tranquillanti,
  • evitare gli sforzi fisici intensi,
  • se si raggiunge una di queste città in aereo, è bene riposarsi per qualche giorno prima di intraprendere altre attività impegnative.


E' stato visto che un'alimentazione ricca di carboidrati (come pane, pasta, riso) può fornire sollievo, perché questi nutrienti vengono metabolizzati correttamente senza la necessità di ossigeno, a differenza dei grassi, consentendo così il mantenimento di un corretto livello di zuccheri nel sangue (glicemia), indispensabile per mantenere l’attività cerebrale. Durante un soggiorno ad alta quota si sconsigliano le grosse abbuffate, prediligendo invece pasti piccoli ma frequenti.

Acetazolamide e mal di montagna:

L’acetazolamide è un principio attivo che fa parte della classe degli antipertensivi e che agisce come inibitore  dell'enzima anidrasi carbonica. Il principio attivo è indicato nel trattamento del glaucoma, dell'epilessia, ipertensione endocranica idiopatica, ma anche in off-label per il mal di montagna.


I farmaci contenti acetazolamide possono essere assunti a partire dalla notte precedente l’ascensione per ridurre la probabilità di sviluppare una malattia da altitudine. Oltre ad una ipotetica valenza preventiva, l'attivo, se assunta dopo che la malattia si è manifestata, aiuta ad alleviarne anche i sintomi. L’acetazolamide si deve interrompere quando si inizia la discesa o dopo essersi acclimatati per qualche giorno alla massima altitudine. Anche il desametasone (cortisonico) è stato proposto come alternativa all’acetazolamide per ridurre il rischio di mal di montagna acuto e trattarne i sintomi.


Secondo molti revisioni di studi clinici, compresa una meta-analisi condotta nel 2019, non è possibile stabilire chiaramente se il trattamento con acetazolamide riduca i sintomi della malattia acuta di montagna o aumenti il rischio di effetti avversi, perché la certezza delle prove esistenti è stata valutata come molto bassa.


Tutti coloro che hanno manifestato precedenti episodi di edema polmonare da alta quota devono fare molta attenzione in queste zone e ai primi sintomi di recidiva devono scendere immediatamente.

Fonti bibliografiche:

-Database dei centri urbani UCDB R2019A, Commissione Europea.

-Infografica, World Economic Forum.

-Info generali, Manuale MSD.

-Meta-analisi 2019.

Foglietto illustrativo: cosa contiene e come leggerlo correttamente
Autore: Silvia Martinelli 26 settembre 2024
Composizione, indicazioni terapeutiche, dosaggio, effetti collaterali e tante altre informazioni utili da sapere prima di assumere un medicinale.
Influenza Aviaria: sintomi, prevenzione e rischi per l'uomo
Autore: Michele Guida 24 settembre 2024
Scopri tutto sul virus H5N1, di cui si sente spesso parlare all'interno di allevamenti di pollame in riferimento alla salute umana.
Lo scrub elimina l’abbronzatura?
Autore: Biagio flavietti 8 settembre 2024
Scopri quanto c'è di vero dietro la credenza che l'utilizzo di scrub e prodotti esfolianti possa ridurre l'abbronzatura e rendere la pelle più chiara.
Malattie rare: cosa sono e che incidenze hanno nella popolazione
Autore: Silvia Martinelli 1 luglio 2024
Interessano non più di 5 casi su 10.000 persone, le malattie rare sono patologie molto spesso di origine genetica, che non hanno terapie disponibili. Scopri di più su queste patologie e sui farmaci orfani.
Acetil Tirosina per accelerare l'abbronzatura: funziona davvero?
Autore: Biagio Flavietti 18 giugno 2024
Scopri se i prodotti acceleratori dell'abbronzatura, come gli spray a base di Acetil tirosina, sono realmente efficaci nel migliorare il processo di imbrunimento della pelle e come usarli correttamente.
Compliance: l'aderenza del paziente alle terapie
Autore: Silvia Martinelli 5 giugno 2024
Perché preferiamo assumere una compressa invece di ricevere un'iniezione? Perché si preferisce una terapia breve piuttosto che molteplici assunzioni giornaliere? Parliamo insieme di Compliance.
MOSTRA ALTRI ARTICOLI